Abbiamo più volte elencato gli errori commessi dalla Russia nella guerra in Ucraina, errori tanto tecnico-militari quanto a livello organizzativo e, più in generale, strategico. I più grossolani ed evidenti: aver intrapreso la cosiddetta operazione militare speciale attaccando lungo troppi settori e fronti, essersi affidata a poca fanteria per schermare i carri armati e – ed è forse la colpa più grave – aver allestito una logistica completamente inadeguata per un conflitto che si sarebbe presto trasformato in una guerra estenuante e lunga, senza contare l’eccessiva imprecisione nei colpi di artiglieria e le molteplici falle nei sistemi di comunicazione.
Eppure c’è anche qualcosa che ha funzionato nell’offensiva russa. Un punto di forza che Kiev dovrebbe analizzare a dovere al fine di realizzare un’adeguata difesa. In particolare, Mosca ha avuto fin qui un grande successo nella guerra elettronica. Bastare dare un’occhiata a cosa è successo sul campo di battaglia poche settimane dopo l’inizio della guerra.
Una volta che l’esercito russo ha dispiegato le sue infrastrutture di disturbo, i risultati non sono mancati. Come ha sottolineato Forbes, ben presto le truppe del Cremlino hanno iniziato a confondere i sofisticati sistemi degli ucraini, in primis i droni. Ebbene, la soppressione elettronica dei veicoli aerei senza pilota (UAV) dell’Ucraina ha arginato uno dei maggiori vantaggi che Kiev poteva vantare nei primi mesi della guerra.
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Il successo di Mosca
L’importanza degli UAV per Kiev era e resta fondamentale. Grazie ai suoi droni, gli ucraini hanno messo in campo un’efficace capace di intelligence, di molto superiore rispetto a quella rivale. E che, in effetti, ha consentito all’esercito ucraino di sorprendere più e più volte le truppe rivali. In che modo? Rendendo il proprio arsenale di artiglieria più preciso del ben più numeroso arsenale russo formato da grossi cannoni e lanciarazzi.
In concreto, la guerra elettronica di Mosca ha impedito ai droni di Kiev di comunicare in maniera adeguata e distrutto la precisione dell’Ucraina. E proprio la sconfitta della precisione ucraina è stata decisiva per consentire ai russi di non essere spazzati via quando, superata l’ondata d’urto iniziale, gli uomini di Volodymyr Zelensky hanno reagito supportati dal blocco occidentale.
Non è un caso che, prima dello scorso 24 febbraio, l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) – che stava monitorando il rafforzamento militare di Mosca – aveva notato il dispiegamento di un gran numero di sistemi di guerra elettronica ad est dell’Ucraina e nei pressi del Donbass controllato dai russi.
Tra gli strumenti individuati, e quindi utilizzati dalla Russia, erano presenti i sistemi di intelligence dei segnali TORN e SB-636 Svet-KU, in grado di individuare le unità ucraine tracciando i loro segnali radio, gli RB-341V Leer-3, che combinano droni Orlan-10 trasportanti payload di disturbo cellulare su un KamAZ- 5350, e disturbatori radio R-934B Sinitsa e Zhitel R-330Zh, incaricati di bloccare i collegamenti satellitari.
Guerra elettronica
Per capire l’efficacia dei sistemi russi, basti pensare che già nel 2021 gli UAV dell’OSCE dovevano fare i conti con pesanti interferenze di segnale, talvolta al punto da non riuscire ad operare. Nel contesto della guerra ucraina, la capacità della guerra elettronica scatenata da Mosca è stata particolarmente temibile nel Donbass, e cioè là dove gli operatori russi avevano tutto il tempo e la sicurezza per impostare e coordinare le loro funzioni.
In ogni caso, l’azione di disturbo elettronica russa non ha funzionato bene nelle prime settimane del conflitto, e questo perché i battaglioni del Cremlino hanno attaccato e si sono ritirati troppo presto affinché i sistemi di disturbo potessero tenere loro passo. Da aprile in poi, i piloti dei caccia ucraini hanno iniziato a toccare con mano gli effetti del disturbo russo, ad esempio ritrovando le loro apparecchiature di navigazione soppresse e il loro radar fuori uso.
Non solo: le brigate e le batterie ucraine dipendevano dai droni per individuare le forze russe e colpirle. I sistemi di disturbo del Cremlino hanno confuso il GPS e interrotto i collegamenti radio, martoriando gli UAV di Kiev. Lo scorso febbraio Kiev controllava migliaia di droni; arrivati all’estate, stando agli analisti della RUSI, il 90% di loro era stato colpito o distrutto. Facile intuire le conseguenze del tutto: senza più droni, il fuoco ucraino è diventato sempre più impreciso, facendo guadagnare tempo alle truppe russe.