Sono le ultime ore dell’ultima capitale dello Stato islamico. Raqqa, il regno dell’orrore delle bandiere nere, sta per cadere, accerchiata dalle forze curde, sostenute dai caccia della coalizione a guida americana. Sono le ultime ore di orrore, tra decapitazione e civili usati come scudi umani. È il colpo di coda del Califfato che, come un animale selvatico dopo che è stato colpito, si ritirerà in una nuova tana, probabilmente a Deir Ezzor.
Questa mattina, i curdi hanno lanciato l’ultimo assalto per liberare la città. Ma avanzare non è facile. Secondo quanto fanno sapere alcuni rappresentanti delle Sdf (le Forze democratiche siriane), i terroristi avrebbero preso in ostaggio 400 civili che, ora, vengono usati come scudi umani. Ma non solo. I temibili cecchini delle bandiere nere sono appostati sui tetti delle case e colpiscono chiunque capiti a tiro, siano essi guerrieri curdi o civili in fuga. Ordigni esplosivi sono posizionati ad ogni angolo della città. Un passo falso e finisci dritto di fronte al Padreterno. E c’è anche l’incubo dei miliziani, nascosti tra i civili in fuga, pronti a farsi saltare in aria, come è successo lo scorso luglio a Mosul, dove una sposa del jihad si è fatta esplodere mentre teneva in braccio il figlio. Un orrore disperato.
I jihadisti lasciano Raqqa
Durante la notte, alcuni gruppi di terroristi hanno abbandonato Raqqa usando i civili come scudi umani. Tra i jihadisti fuggiti, ci sarebbero anche dei foreign fighter, come confermato da da Omar Alloush, co-presidente del Raqqa Civil Council. Lo stesso Alloush, però, non ha potuto quantificare il numero di jihadisti rimasti in città.
Ul portavoce delle Sdf, Mostafa Bali, ha aggiunto che militanti dello Stato islamico hanno rifiutato di rilasciare gli 11 civili portati con loro, come invece concordato, volendo usarli come scudo fino alla loro destinazione finale per sicurezza.
Le vittime civili
Negli ultimi giorni, complice una serie di pesanti bombardamenti della coalizione a guida americana, sarebbero morti almeno 250 civili, soprattutto se si tiene conto che le vittime totali dei raid Usa in Siria sarebbero 1117. Marianne Gasser, a capo della delegazione del Comitato Internazionale della Croce Rossa (Cicr) in Siria, ha affermato che nelle ultime due settimane la sofferenza dei civili in Siria, a causa della violenza dei combattimenti, è tornata su livelli “intollerabili”.