La guerra dei Karen
Adesso viene ufficialmente chiamato Myanmar, ma è più conosciuto da sempre con l’antico nome di Birmania. Si tratta di uno degli Stati più isolati al mondo, ma anche erede di una delle civiltà più antiche del sud est asiatico. Da anni è retto da una giunta militare che però negli ultimi periodi sembra aver allentato la morsa, anche per via delle pressioni internazionali, cinesi su tutte. Il volto più famoso all’estero del paese, è senza dubbio quello di Aung San Suu Kyi, premio nobel per la pace. Ma quello di un Myanmar libero e democratico, in grado di organizzare libere elezioni, esiste soltanto a favore di telecamera.
Fabio Polese nel novembre 2015 raggiunge il paese e descrive una situazione molto grave soprattutto per le minoranze. Dopo la visita del Papa del 2017, il mondo conosce oggi la persecuzione ai danni della popolazione islamica dei Rohingya, di cui ha fatto menzione lo stesso Pontefice. Nel suo reportage, Fabio Polese denuncia invece la persecuzione contro i Karen: si tratta di un’etnia presente da secoli in questo paese, in gran parte buddista ma con minoranze anche cristiane. Il governo da anni, con la scusa di combattere il terrorismo indipendentista, perseguita questa etnia. Fabio Polese riesce a far scoprire volti inediti delle regioni abitate dai Karen.
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PARTE 1
L’inferno della Birmania
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PARTE 2
L’appello inascoltato
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PARTE 3
Violenza senza fine
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PARTE 4
Elezioni poco “democratiche”
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PARTE 5
Firmata la tregua in Birmania
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PARTE 6
Si intensificano gli attacchi
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