Cecenia: tra speranza e terrorismo
Negli anni ’90 il suo nome era legato a quello di guerre, attentati, gruppi integralisti, gruppi terroristici: la Cecenia viene attaccata da Boris Eltsin e rappresenta forse il punto più basso per la politica dell’ex presidente russo, così come il punto di partenza per il volto nuovo che si affacciava in quegli anni, Vladimir Putin. La storia sappiamo poi com’è andata: dopo un periodo in cui la Cecenia, abitata da popolazioni caucasiche musulmane, è indipendente de facto, la Russia nel 2003 termina le operazioni militari per la sua riconquista. Da allora è una Repubblica autonoma federata a Mosca.
Alessandra Benignetti vola a Grozny, la capitale, nel febbraio 2016. La città appare in rapida espansione, la guerra non c’è più già da dodici anni e la ricostruzione procede spedita. Nel suo reportage, la giornalista riporta l’immagine di una Grozny e di una Cecenia divise tra speranze future ed ombre di un terribile passato sempre presente. Con lo spettro dell’integralismo islamico mai passato e mai del tutto sconfitto.
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PARTE 1
Grozny, sogno di una vita normale
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PARTE 2
La Cecenia che sta con Putin
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PARTE 3
Confessioni di un jihadista pentito
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PARTE 4
“Vi racconto la mia vita con i tagliagole”
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PARTE 5
Ospedali e appartamenti: così la Turchia aiuta Isis
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PARTE 6
Le madri dell’Isis
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PARTE 7
Dalla Cecenia in Siria, con un biglietto di sola andata
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PARTE 8
La ricetta cecena contro l’Isis
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PARTE 9
Grozny, tra voglia di normalità e incubo terrorismo
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PARTE 10
Così l’Isis recluta con un clic
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